L’opera costituisce un piccolo – vista anche la scala miniaturizzata – omaggio diretto agli archeologi che hanno partecipato agli scavi nel sito di Mont'e Prama e a tutti coloro che, con sacrificio e brama di conoscenza, affrontano tutt'oggi una carriera difficile e, purtroppo, spesso poco valorizzata dalla società odierna.

L’opera è interattiva: consente ai fruitori di smuovere il terreno e di far riaffiorare di volta in volta reperti diversi, lasciando alla vista uno stato in eterno mutamento per l’osservatore successivo. In questo modo si simboleggia e si riflette anche l’influenza che l’uomo, in maniera spesso involontaria, ha sullo stato dei luoghi. Nei grandi centri urbani storici, gli strati antropizzati del sottosuolo si estendono per molti metri, celando allo sguardo dei viventi le meraviglie realizzate dai maestri di allora. Ed è compito degli archeologi, cui è tributato Lo scavo, decidere che cosa vada riportato in superficie e cosa, invece, vada lasciato indisturbato, nell’attesa di un giorno in cui, forse, la cultura e la storia saranno viste con occhio più benevolo.