L’opera, fortemente autobiografica, racchiude in sé più messaggi a seconda della distanza da cui la si osserva e da come si sceglie di focalizzare lo sguardo. A prima vista, si riconosce che l’opera rappresenta un uomo che bacia e stringe a sé una donna, forse a commiato prima della partenza per un lungo viaggio; la donna è rappresentata dai Giganti (o meglio Eroi) di Mont'e Prama, e può essere letta contestualmente come la personificazione della Sardegna. L’uomo sta così a rappresentare coloro che hanno dovuto lasciare la tanto amata e bellissima Sardegna alla ricerca di un futuro migliore.

Solo avvicinandosi l’osservatore può cogliere i dettagli più microscopici dell’opera, riproducendo il rapporto tra l’autore e la Sardegna: soltanto dopo aver lasciato la sua terra egli ha realmente capito quanto fosse attaccato alle proprie radici e a tutto quello che l’amata Isola gli ha offerto.

Solo da lontano, però, si riesce ad avere una lettura unitaria: l'allontanarsi alle volte, come in questo caso, non è un male, ma un modo per capirsi, capirci e capire.