L’illustrazione, di ispirazione fumettistica, rappresenta i profondi cambiamenti culturali e territoriali della Sardegna nella fase di passaggio dall’età del ferro a quella del bronzo, dove le sculture di Mont’e Prama si configurano quale memoria di un tempo in fieri, proiettate al futuro, ma ben collegate al proprio passato e alle proprie radici.

La testa di guerriero – cioè la mente, simbolo della memoria collettiva – racchiude in sé diversi frammenti, che si rivelano “asportando” la parte materica della pietra. Sulla superficie della testa, piccoli guerrieri “scoprono”, come archeologi, momenti diversi della storia sarda. Si notino, ad esempio, delle miniature di nuraghe, i betili (simbolo della divinità), le tombe di giganti, il bronzetto di Vulci (ritrovato all’interno di una tomba etrusca risalente al IX secolo a.C. nell’attuale provincia di Viterbo). Ponendo attenzione ai dettagli, ci si accorge che sono state distribuite lettere costituenti il titolo dell’illustrazione (partendo dallo scudo del bronzetto). In questo modo l’osservatore potrà risolvere un enigma ed entrare nella storia, “leggendola” partecipandovi.